Da anni ormai ho deciso di rompere con una sinistra che, se chiude gli occhi, non sa nemmeno cosa desiderare; che se avesse una lampada magica non saprebbe elencare tre cose da cambiare subito. Ho deciso di rompere con quel sentimento fatalista, vittimista, che spesso si impossessa di noi e ci fa dire che saremo sempre sconfitti per colpa del destino cinico e baro, dei media mainstream, della forza
soverchiante del nemico.
Io non ho tappeti volanti, ma se potessi ridurrei l’orario di lavoro a parità di salario e investirei tutte le energie che abbiamo per far sì che dal nido all’università questa società non lasci fuori nessuno.
Ma per cambiare le cose non serve la magia, serve la testa dura: lo abbiamo visto ogni volta che abbiamo bloccato un massimo ribasso sulla pelle delle lavoratrici, ottenuto il reintegro di un lavoratore ingiustamente licenziato, fatto approvare un fondo per evitare gli sfratti, frenato le lobby del gioco d’azzardo.
Tutto, prima o poi, cambia. Ma solo continuando a rompere.

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