“In realtà la mia non è la storia di una rottura individuale, ma è più un’esperienza di cui sono portavoce.
È stato un processo che mi ha portato ad essere il Presidente del Municipio VIII di Roma, a partire da una militanza sociale e territoriale che fin da giovanissimo mi ha visto coinvolto nel centro sociale La Strada, uno degli spazi occupati più longevi di questa città. Un processo che ha visto protagonista non me, Amedeo, ma la mia comunità politica.
La rottura più importante è arrivata quando – dopo la vittoria del movimento 5 stelle alle ultime elezioni comunali – abbiamo deciso di ribaltare gli schemi, proponendo una modalità di partecipazione alternativa alla cittadinanza.
È così che dopo l’opposizione ai 5 stelle e alle loro dimissioni dalla Giunta municipale, sono nati i consigli popolari, strada per strada, durante tutto il periodo del commissariamento del Municipio.
I Consigli hanno aperto una porta in un momento in cui la città aveva difficoltà a riconoscersi dentro un progetto alternativo, capace di fare opposizione politica e sociale al movimento 5 stelle.
Sono stati lo strumento che ha ridato voce a un pezzo di comunità territoriale, con storie e progetti politici differenti – dal partito democratico fino ai movimenti sociali e le occupazioni abitative – tenendo insieme il patrimonio politico che era presente nel territorio e reinventando in qualche modo il progetto che potevamo portare qua in Municipio.
La nostra potremmo dire che è stata una rottura di ascolto: in un momento di insufficienza di rapporto e di relazione con la cittadinanza, abbiamo deciso che la direzione da prendere fosse quella non del solito ceto politico, ma dell’innovazione nel fare politica, recuperando l’ascolto e la relazione con il territorio.”

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