“A 3 anni i miei genitori mi regalano un orso parlante, uno di quelli con le cassette, che ti raccontano le favole.
Apro il pacco e terrore incredibile: c’era quest’orso che mi parlava muovendo gli occhi e io non ci ho pensato un attimo, gli ho tirato due ditate negli occhi e l’ho rotto.
Solo che poi me lo sono dovuto tenere così, perché i miei genitori non me l’hanno cambiato.
Così ho realizzato che il mio amico dell’infanzia, almeno per quell’anno e l’anno dopo, sarebbe stato questo orso qui, spaventoso e ora pure malconcio.
E me lo sono tenuto. E sembrerà strano, ma se ho imparato a non aver paura di tutti gli orsi parlanti – strani, diversi e all’inizio pure un po’ inquietanti – che da lì in poi ho incontrato nella mia vita, lo devo anche al mio orso sgangherato”.

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